Lo spettacolo e la Musica dal Vivo sono l’ambiente in cui mi muovo da
più di 20 anni, ambiente in cui penso di aver svolto quasi tutti i
ruoli, dal runner al direttore artistico.
In questi ultimi anni le frase che ho sentito ripetere con più insistenza è
“La Musica dal Vivo è in crisi, non c’è più interesse, non c’è più pubblico”
Io
penso che questa affermazione non sia corretta, o meglio: quando la
pronunciamo stiamo guardando nella direzione sbagliata, e faccio tre
esempi che apparentemente possono sembrare fuori luogo.
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I negozi di dischi chiudono: VERO
Potremmo
dedurne che la gente non ascolta più musica, ma questo è falso. La
maggior parte della popolazione ascolta molta più musica che mai: la
ascolta on line e semi-gratuitamente, per cui non ha bisogno di comprare
CD.
Paradossalmente l’opportunità di ascoltare gratuitamente
l’intero repertorio mondiale della produzione musicale non ha impedito
alla maggior parte della gente di continuare ad ascoltare spazzatura.
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I negozi di sviluppo fotografico chiudono: VERO
Potremmo
dedurne che la gente non fotografa più, ma questo è falso. La maggior
parte della popolazione scatta più fotografie che mai, quasi solamente
in formato digitale.Le pubblica gratuitamente on line, per cui non ha
bisogno di sviluppare un rullino.
Non c’è gattino o cucciolo di cane che riesca a sottrarsi all’obiettivo del padrone in cerca di qualche facile Like su Facebook.
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Non ricevo più lettere e cartoline nella buca della posta: VERO
Potremmo
dedurne che la gente non scrive più, ma questo è falso. La maggior
parte della popolazione comunica più che mai nella storia, ma usa la
propria casella gratuita di posta elettronica e i social network. Per
cui non ha bisogno di acquistare francobolli.
In compenso anche la terza età, quella che scriveva in corsivo, ha ceduto al fascino degli Emoticon
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Torino - San Salvario (Retrospettiva)
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Se noi guardiamo i modelli e i loro relativi riti con gli occhi del passato vediamo solo
un campo di battaglia abbandonato agli anziani, agli animi romantici e a qualche avvoltoio ancora affamato.
Che
ci piaccia o no, l’era della Musica dal Vivo per come l’abbiamo intesa
negli ultimi 50 anni sta volgendo al termine. Tuttavia, l’esigenza da
cui scaturisce il “Live” è tutt’altro che spenta: assume
nuove liturgie o nella stragrande maggioranza dei casi ne recupera di antiche.
Dal
Rinascimento Italiano in poi, accanto al genio – Leonardo da Vinci o
Steve Jobs – c’è un’innovazione naturale che passa attraverso il
recupero dell’originale storico.
Riporto tre esempi (più uno) di come
forme musicali distanti stiano modificando i propri riti recuperando molto spesso l’originale da cui provengono.
Il Jazz
La liturgia del concerto Jazz negli ultimi 50 anni si è celebrata prevalentemente nei
club.
A
parte rarissime eccezioni, questa liturgia non funziona più: i
musicisti suonano di fronte ad altri musicisti, o più spesso di fronte
ad un pubblico più interessato a consumare alcool che non ad ascoltare.
Potremmo dedurne che il pubblico e i giovani non amano più il Jazz, ma questo è falso.
Gli
ultimi tre anni hanno visto un’esplosione del fenomeno Lindy Hop, il
ballo Swing nato negli Stati Uniti negli anni della Grande Depressione.
In un contesto economico simile, i giovani del Sud dell’Europa hanno
recuperato una liturgia antica ed evidentemente gratificante.
Laddove
in un Club scarseggiano le risorse per pagare un Trio Jazz, durante le
serate di Lindy l’affluenza di pubblico attivo e motivato permette non
di rado l’impiego di un’orchestra intera.
La Musica Classica
La liturgia in ambito classico o euro-colto è intimamente legata alle
sale da concerto e ai
teatri.
A
fronte di un abbonamento sottoscritto prevalentemente da anziani,
l’Ente Pubblico copre la differenza tra i costi realmente sostenuti
dall’organizzatore e gli incassi provenienti dallo sbigliettamento.
Non
è un mistero che di anno in anno le Stagioni Classiche vedano una
flessione degli abbonati, dovuta principalmente al decesso di alcuni per
motivi naturali.
Potremmo dedurne che il pubblico e i giovani non
amano più la Musica Classica, ma questo è falso. Gli ultimi anni hanno
visto un’esplosione del fenomeno degli House Concerts, laddove la musica
di Mozart, Schumann o Chopin viene ricollocata esattamente negli spazi
in cui e per cui è stata scritta: gli spazi privati, frequentati come
allora da un pubblico in età produttiva mediamente colto e interessato.
Il Rock
La liturgia del concerto Rock negli ultimi 50 anni si è celebrata prevalentemente negli
stadi e negli spazi all’aperto.
A riempire le
arene rock,
a parte rarissime eccezioni, sono gli stessi nomi da molti anni: Bruce
Springsteen è ancora il Boss e il suo pubblico è grosso modo lo stesso
da tempo, invecchiato con lui.
Potremmo dedurne che il pubblico
giovane non riconosce più alla musica un ruolo sociale di aggregazione,
ma questo è falso. Invece di adottare la liturgia della generazione
precedente, l’intrinseca esigenza anticonformista della Black Music ha
scelto di rompere con i suoi padri e di ritornare alle origini: spazi
urbani e strade sono diventati la sede abituale per contest di hip hop,
rap e freestyle.
La “gara di parolacce” che alcuni hanno indicato
come origine delle improvvisazioni collettive dei Boppers neri della
52ma strada ritorna prepotentemente nelle gare pubbliche allestite dalle
comunità meticcie dell’hip hop in orari non convenzionali. Nelle grandi
città, giovani e giovanissimi autogestiscono spazi in orario
pomeridiano non avendo né l’impiccio né l’opportunità di svolgere
un’attività lavorativa e dovendo sfruttare il trasporto pubblico per
tornare a casa.
La Musica da Ballo
Forse
non in tutte le provincie dell’impero, ma nelle città il fenomeno delle
sale da ballo è consegnato ad un’utenza di persone di mezza età.
Personalmente non sento il termine “
Discoteca” da parecchi anni.
Potremmo
dedurne che il pubblico e i giovani non amano più ballare, ma questo è
falso anzi: gran parte del pubblico giovane che non siriconosce più nel
rito del concerto Rock si riversa negli spazi dove si suona Musica
Elettronica e si può ballare fino all’alba. Al posto della Rock Star
hanno posto un producer o un più sobrio MC (Maestro di Cerimonia) che
celebrala liturgia con serietà e senza troppa retorica, al pari di un
Imam al termine del Ramadan. Il paragone potrebbe sembrare azzardato,
non fosse che nella mia città (Torino) i festival di Elettronica e gli
appuntamenti religiosi della comunità islamica condividono gli stessi
spazi.
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Torino - Piazza Vittorio (Retrospettiva) |
A fronte di un’insostituibilità del rito della Musica
dal Vivo, quello a cui stiamo assistendo è un rinnovamento
legato alle
sue liturgie.
Questo stesso rinnovamento ha delle resistenze che
ci fanno percepire maggiormente la crisi del vecchio sistema piuttosto
che le peculiarità del nuovo.
Le resistenze sono interpretate principalmente da tre attori:
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Gli artisti
Chiunque
abbia deciso di intraprendere un percorso artistico e professionale
ispirandosi ad uno specifico modello, difficilmente accetta che il
modello cambi in corsa. Nessuno strappa volentieri dal muro della
propria cameretta il poster di Jimi Hendrix, lo dico per esperienza.
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Gli operatori del settore
Chiunque
abbia deciso di investire confidando in un modello con regole
apparentemente certe, difficilmente accetta che i suoi investimenti non
rendano più perché le regole del gioco sono cambiate.
- Il legislatore
Il
plesso di normative che regolamentano lo spettacolo e la musica in
generale è cucito su un
modello superato dalla storia, ma gli Enti che
sovrintendono all’applicazione delle normative (SIAE, Enpals, etc.) non
accettano di essere messi da parte se non a fronte di garanzie e
coperture.
Se dunque l’esigenza del rito legato alla
Musica dal Vivo è imprescindibile e sicuramente non in crisi in quanto
tale, non possiamo tuttavia pensare di arginare il rinnovamento endemico
delle sue liturgie: sono cambiate da sole e continueranno a cambiare da
sole. Non è un complotto.
Personalmente ritengo che la sfida in cui ormai siamo immersi sia tanto avvincente quanto improrogabile: implica un
ripensamento
della figura dell’artista, dell’utilizzo dello spazio pubblico-privato e
una completa riscrittura delle normative legate allo spettacolo e alla
Musica dal Vivo.
A tutti gli amici e colleghi, buon lavoro e buon divertimento.