Crisi della Musica dal Vivo, Evoluzione dei Gusti, Internet.
10 consigli per orientarsi nell'organizzazione di un concerto, di una rassegna o di un Festival nel 2015.
1 - Il progetto
Fare un concerto, una rassegna o un festival non è un
progetto: è una aspirazione.
Affinché il nostro obiettivo possa concretizzarsi, dobbiamo
articolarlo prevedendo il convergere di una rete che non sia solo di
aspirazioni, ma di interessi.
2 - Il poliedro di interessi
Più sono gli interessi coinvolti in un evento, più sono
i potenziali partner dell’operazione.
Eccone alcuni in ordine sparso: l’interesse dell’artista ad
avere un pubblico, dello sponsor a vendere il suo prodotto, del territorio a
riqualificarsi, delle attività commerciali a posizionarsi nei confronti di un
segmento di target, del giornalista a far uscire un pezzo, del politico locale
a intestarsi l’operazione, etc.
Costruiamo un poliedro in modo che ognuno dei nostri
interlocutori possa occuparne un lato e promuovere la bontà del progetto.
3 - La comunicabilità
Se per spiegare un’idea servono più di 3 minuti,
probabilmente il nostro progetto camminerà a fatica: Kant si è imbattuto nello
stesso problema quando ha cominciato a parlare di schematismo trascendentale. Proviamo
ad enunciare la nostra idea con poche e semplici parole: questo servirà ai nostri
interlocutori per riportarla a loro volta a terze persone.
4 - Gli sponsor
I nostri sponsor possono offrire servizi o liquidità. Cerchiamo
di individuare quali siano i legittimi interessi di un partner nella nostra
operazione, evitando di bluffare: il fornitore di alcool conterà i fusti di
birra, non i Like del nostro artista sulla sua Pagina Facebook.
5 - L’unicità
A meno che non si tratti di Madonna (sia nel senso della
Beata Vergine che nel senso di Veronica Ciccone) non esiste un’irrinunciabilità
dell’evento: ai tempi di YouTube qualsiasi artista è nel nostro smartphone. Proviamo
a pensare un motivo extra-musicale per cui il nostro evento sia unico e
irripetibile, dalla scelta della location in su.
6 - La paternità
Essere troppo affezionati alla propria creatura è spesso
controproducente: tanto più i partner la sentiranno propria, tanti più soggetti
avranno voglia e piacere di promuoverla. Con il tempo si impara a non farsi
fregare le idee, o quanto meno a fare in modo che la palla ritorni nelle nostre
mani alla fine del giro.
7 - La liturgia
Tranne il caso in cui si tratti di un concerto di Ligabue a San
Siro, per il quale esiste una filiera di permessi e di prassi consolidate, lo
svolgimento del nostro progetto offre ampi margini di inventiva. Per quanto
possibile, cerchiamo di promuoverne gli aspetti innovativi sottraendolo alla
classifica degli eventi (piccolo-medio-grande)
8 - La diffusione
Ai giornalisti interessa far uscire la notizia quanto a noi,
mettiamoli in condizione di lavorare e diamo loro un contenuto appetibile dalla
redazione. Osserviamo cosa c’è sulla colonnina destra di Repubblica.it ed elaboriamo
una strategia simpatica e non troppo compromettente per finirci dentro.
Nell’era dei social, la promozione continua anche e
soprattutto dopo l’evento. Documentiamo al meglio l’accaduto e fotografiamo il
pubblico: per un artista che il giorno dopo posterà la sua immagine sul palco,
ci saranno centinaia di persone desiderose di fare altrettanto con delle belle
immagini che ritraggono la serata.
10 - Gli artisti
L’artista giusto non è né il più bravo né il più famoso, ma
quello che meglio aderisce allo spirito e alla costruzione del progetto. Coinvolgiamolo spiegandogli con cura tutto il percorso che porta a lui: sarà felice
di condividere l’avventura convenendo con noi sull’opportunità di percepire una
parte di compenso fissa e una parte “a successo”
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